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Il Caso Google Analytics: Le Conseguenze in Italia

Il Caso Google Analytics

Il caso Google Analytics

Il Caso Google Analytics e il Suo Uso Illegittimo

Google Analytics sembra sempre più essere oggetto di discussione da quando, nelle ultime settimane, Caffeina Media, famosa testata editoriale, è stata ammonita dal Garante della Privacy in base all’utilizzo che questa faceva della piattaforma di analytics proposta da Google. Cerchiamo anzitutto di fare chiarezza su Google Analytics stesso e sulle conseguenze che l’ammonizione del Garante porteranno agli utilizzatori di questa piattaforma considerata non GDPR compliant.

Cos’è Google Analytics e Come Funziona

Google Analytics (GA), per chi non lo conoscesse, non è nient’altro che una piattaforma di analisi web messa a disposizione gratuitamente da Google stesso con l’obiettivo di aiutare i gestori di siti web a tracciare le visite e attività condotte dai loro visitatori. Grazie a GA è inoltre possibile raccogliere tutta una serie di informazioni demografiche e comportamentali degli utenti stessi. Fin qui nulla di strano, tenendo soprattutto in considerazione che sono molte le piattaforme che, come GA, permettono il tracciamento e la raccolta di informazioni dei visitatori ai propri siti web. Quale motivo ha quindi spinto il Garante della Privacy ad ammonire Caffeina Media e a considerare “illecita” tale applicazione fornita da Google? È qui che inizia il caso Google Analytics!

GA non è GDPR Compliant

Come già anticipato, GA è stato considerato non GDPR compliant, ovvero non conforme al Regolamento europeo per la protezione dei dati. Per il grande colosso Google, infatti, è alquanto semplice identificare cittadini europei e le informazioni a questi connessi su tutti i siti web che fanno uso di GA. Tra i tanti dati sensibili acquisiti da Google troviamo inoltre l’indirizzo IP di tali utenti: dato da considerarsi estremamente personale. Cosa c’entra quindi Caffeina Media in tutta questa situazione? Il Garante della Privacy ha imposto a quest’ultima di conformarsi al GDPR entro 90 giorni dichiarando che “dall’indagine del Garante è emerso che i gestori dei siti web che utilizzano GA raccolgono, mediante cookie, informazioni sulle interazioni degli utenti con i predetti siti, le singole pagine visualizzate e i servizi proposti. Tra i molteplici dati raccolti, indirizzo IP del dispositivo dell’utente e informazioni relative al browser… Tali informazioni sono risultate oggetto di trasferimento verso gli Stati Uniti.”. Il Garante ha quindi ricordato a tutti gli utilizzatori di siti web l’illiceità di trasferire dati verso gli Stati Uniti mediante GA, poiché senza il rispetto delle garanzie previste dal GDPR.

Il caso Google Analytics

Le Conseguenze per gli Utilizzatori di GA

Il caso GA ha senza dubbio provocato molto scalpore, portando il Garante della Privacy a spingere i gestori di siti web italiani/europei a non fare più uso di GA per collezionare dati e informazioni riguardo i visitatori dei siti di proprio possesso. La soluzione migliore, apparentemente, sarebbe quindi un progressivo distacco dalla piattaforma analytics di Google e l’avvicinamento a piattaforme che tutelino il diritto alla privacy in territorio europeo. Quali sono le migliori alternative a Google Analytics? Scopriamolo subito!

Le Alternative a Google Analytics

Il mercato digitale, fortunatamente, mette a disposizione molteplici alternative a GA. Vediamo alcune delle più conosciute:

  • Matomo: software open-source per fornire report accurati e dettagliati sui visitatori del proprio sito web; una perfetta alternativa GDPR compliant a GA.
  • Plausible Analytics: anch’esso software open-source e privacy-friendly per collezionare dati utili e ricchi sui propri visitatori pur essendo GDPR compliant rispetto a GA.
  • Simple Analytics: piattaforma simile alle altre capace di collezionare dati sui propri utenti senza l’utilizzo di cookies e avendo come primo obiettivo quello di mantenere la privacy nella sua interezza.

Ovviamente, vi sono molte altre opzioni da valutare, sebbene quasi la maggioranza (tra cui quelle proposte) siano a pagamento e non gratuite come il servizio proposto da GA.

Come fare quindi per rientrare nellalegalità” ed essere conforme al GDPR dopo lo scalpore del caso Google Analytics? Il metodo migliore è quello di affidarsi a professionisti del settore che sappiano consigliarti e ti aiutino a gestire la situazione con esperienza e soluzioni mirate al tuo caso specifico!

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